Parco del Fornetto - Spunterà un bosco sulla frana

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PARCO DEL FORNETTO - IN FUTURO, UN BOSCO

Da lontano quella vasta estensione di cippi bianchi allineati sulle pendici del Montagnolo sembra un cimitero di guerra ma stavolta nulla a che vedere con fatti di morte bensì segnali di nuova vita che cresce. Sono i tutori di migliaia di alberi posti a dimora per rimboschire il versante costiero che dal Fornetto scende verso Torrette tra Via del Golfo e Grotte di Posatora.

Un progetto di ampio orizzonte che una vistosa tabella definisce “lavori di riforestazione compensativa per l’assorbimento di carbonio in linea con gli obiettivi del piano nazionale di riduzione del gas serra in adempimento al protocollo di Kyoto a seguito dell’ampliamento alla terza corsia dell’autostrada A14 tratto Senigallia-Ancona Nord.” Per l’area in frana di Posatora un ritorno alla vita, una bella pennellata di verde che copre una superficie di quasi 9 ettari. I lavori, condotti dal Consorzio Marche Verdi, sono iniziati il 22 maggio 2017 ma ci vorranno sei anni perché si possano considerare conclusi; quelli dell’uomo ovviamente perché la natura sta già facendo la sua parte e dalla ricca comparsa di gemme sembra già apprezzare la scelta.

Stavolta quindi un “cantiere” dove non si sono sviluppate lottizzazioni né si è consumato altro suolo a fini urbanistici ma si è restituito alla natura un territorio su cui già le scelte umane nel passato recente hanno prodotto effetti pesantemente negativi come la grande frana di Ancona del 13 dicembre 1982. Un caso positivo su investimenti di cui possono godere tutti i cittadini, migliorando le condizioni di salute e benessere della collettività e dando una prospettiva di funzionalità ecologica e di nuova bellezza al territorio. Una singolare quanto efficace declinazione di quello sviluppo sostenibile di cui troppo spesso si teorizza senza poi tradurne i principi nelle scelte con altrettanta coerenza e sensibilità.

Per la verità da queste parti la storia ha insegnato qualcosa e così dal 27 giugno 2015 il Comune di Ancona ha inaugurato un nuovo parco pubblico con percorsi ciclo-pedonali tra via del Fornetto e Via del Golfo..

E’ il bosco a coprire le ferite della grande frana, restituendo uniformità ad un versante dissestato da forze profonde. Un vasto tappeto di alberi e di foglie quasi nascosto per chi non sceglie una nuova visuale, uscendo dalle strade e dalla quotidianità cittadina. Appena terminata la ripida salita di via del Fornetto, all’ingresso principale del parco, i visitatori vengono accolti dalla statua di Padre Pio, opera del famoso scultore Tito Neri, fortemente voluta da una delle tante figlie spirituale del Santo di Pietrelcina, la signora Edda Zavalloni Galassi.

Da li si può procedere lungo un paio di tracciati paralleli e relativi tratti di collegamento per un percorso attrezzato complessivo di 3 chilometri, che originariamente era un semplice circuito di piste di lavoro. Lungo la rinnovata sentieristica si è circondati da un’ampia varietà di alberi con specie botaniche in tre principali zone: una sistemata a boscaglia, dove sono presenti acero campestre, frassino da manna (orniello), pino d’Aleppo, cipresso, leccio, biancospino, ginestra, corbezzolo, pioppo bianco e frassino; una zona a cespuglieto, con salicone, salice ripaiolo, ginestra, prugnolo spinoso, fusaggine, tamarice, olivello di Boemia; ed infine la zona a bosco termo-igrofilo, con alloro, corbezzolo, salicone, ontano, roverella, biancospino, ciliegio selvatico

Spiccano le chiome argentee degli ulivi in mezzo a tanti lecci, olmi, pini e cipressi e altro ancora per chi sa apprezzarne la presenza discreta in un mondo di biodiversità dove la natura ritorna padrona. Vaste lingue di canne e ciuffi di equiseto indicano che questa è una zona ricca di acque, le stesse che nel la notte del 13 dicembre 1982 causarono una vasta ferita alla città. Oggi quei versanti si apprestano per diventare  un bosco, un vasto polmone verde che si affaccia sul mare con un panorama amplissimo. E così seguendo i comodi tracciati, allora serviti per l’emergenza, si ha una sensazione di straordinaria libertà. I suoni della città giungono addolciti e sembrano lontani.

E il fascino di un luogo simbolo di una grande sofferenza che oggi torna mostrare la bellezza e la vita.

La presenza di fichi, ciliegi e mandorli segnalano che ci si avvicina “all’uscita” ormai prossimi agli edifici rimasti in piedi; e i saluti dei cani che faticano ad abituarsi ai nuovi visitatori: bambini in bici giovani, famiglie, insomma un parco davvero per tutti.

La statua di S. Pio da Pietralcina è punto di partenza e di arrivo della nostra fatica: una presenza che rincuora e magari invita ad una preghiera o ad una breve sosta.

Da qui è tutto uno scintillare di verde che arriva verso il mare e in un abbraccio si ammira tutta la città. Un panorama su cui il colle Guasco con il Duomo è forse ciò che meglio focalizza il senso di questa vista, immagine di una città che si adorna di un nuovo gioiello di bel vivere arricchendosi di infinite sfumature di verde. E così che come tutti gli abbracci anche questo induce sentimenti piacevoli sulla città fino a farci dimenticare il traffico, l’inquinamento, le contraddizioni, le difficoltà di ogni tempo. E così di Ancona ci si innamora!

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