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Parco del Conero  Parco del Cardeto   Altri parchi e spazi verdi

 

Parco del Conero

Parco del Cardeto

Altri parchi e spazi verdi

Altri parchi e spazi verdi

I grandi alberi di Ancona: monumentali, secolari o semplicemente belli

I grandi alberi dimenticati della nostra città, che resistono al tempo e all’ homo sapiens

Li potremmo anche chiamare alberi monumentali, ma non hanno sempre  la possibilità che prevede la legge. Di sicuro sono molto vecchi, hanno visto nascere più generazioni e danno la loro ombra ai discendenti di chi li ha piantati, per lo più contadini. Rappresentano la memoria di un paesaggio e di una cultura che andrebbero fatti conoscere e tutelati,  custodi di un sapere antico in un diverso rapporto delle attività umane con l'ambiente. Insomma nelle loro radici ci sono anche le nostre.

Eppure ce ne dimentichiamo.

La città di Ancona si è molto espansa negli ultimi 60 anni, le case sono sorte ove prima c’erano campi coltivati, siepi, piccoli boschi, alberate.

Di tutto ciò non ce n’è quasi più traccia, eccetto alcuni grandi alberi, spesso isolati, a volte in piccoli filari magari discontinui. A volte intrappolati tra un muro e una strada, tra una recinzione e un marciapiede, se sono più fortunati in mezzo a un incolto. Qualcuno accompagna un capannone, una fabbrica in disuso.

Eppure, dal punto di vista ecologico essi svolgono un  ruolo primario nella conservazione della biodiversità così come importante è il loro contributo nell’assorbimento del carbonio; inoltre, grazie alla ricchezza di legno morto costituiscono dei micro- ecosistemi per altre specie vegetali ed animali.

Altrettanto significativo è il valore rappresentato dalla maestosità e dal portamento che contribuiscono ad arricchire ed a caratterizzare il paesaggio, offrendo un senso di appartenenza al luogo ed alla sua storia .

La ricognizione che ha condotto il nostro Circolo nel comune di Ancona, ha consentito  di porre in evidenza molti esemplari  di  roverelle (Quercus pubescens), l’albero tipico delle nostre colline, un tempo largamente diffuso, la cui presenza si è  drasticamente  ridotta negli ultimi decenni a causa dell’evoluzione agricola verso sistemi meno diversificati ed altamente meccanizzati; oltre a queste sono presenti molti esemplari di  gelsi bianchi (Morus alba) , le cui foglie in passato venivano usate per l’allevamento del baco da seta o più semplicemente per dare da mangiare agli animali a fine estate.

Ma sono stati trovati anche aceri campestri, dei cipressi all'interno dei cimiteri specie nelle frazioni, tamerici, alberi di giuda…

Essendo dimenticati, ma molto grandi, sono alberi a rischio: le loro grandi chiome sono state spesso capitozzate, come accade ai gelsi, o possono interferire con le attività umane.

Lo strumento piu’ idoneo  alla relativa tutela è dato dal quadro normativo che a livello statale è rappresentato dalla Legge 14 gennaio 2013, n. 10, “Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani”, articolo 7 “disposizioni per la tutela e la salvaguardia degli alberi monumentali, dei filari e delle alberate di particolare pregio paesaggistico, naturalistico, monumentale, storico e culturale”,  e dal Decreto del Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali 23 ottobre 2014, Istituzione dell’elenco degli alberi monumentali d’Italia e principi e criteri direttivi per il loro censimento.”.

La normativa regionale è data dalla Legge n. 6 del 23 febbraio 2005, artt 26 e 27.

Contestualmente alla definizione di monumentalità e relativi criteri,  il contesto  normativo prevede che il comune proceda a censire formazioni oggetto di segnalazione da parte di  cittadini, associazioni, istituti scolastici, enti territoriali, ed altri soggetti di natura pubblica,  utilizzando una  metodologia specifica che fa riferimento alla circonferenza ed ad altri parametri specifici .

Il nostro Circolo, seguendo quanto previsto dalla legge, ne ha segnalati  molti al Comune di Ancona per chiederne la valutazione come alberi monumentali, ed offrire loro finalmente dignità, un minimo di tutela e forse anche qualche denaro per poterli curare come si deve, come se fossero alberi di un giardino privato, ma in realtà sono parte del nostro patrimonio verde e della nostra storia.

Alcune delle formazioni segnalate potrebbero non presentare i caratteri di monumentalità necessari a far avviare la procedura di valutazione e catalogazione ufficiale da parte del comune; ciò non toglie nulla al valore ambientale e paesaggistico oggettivamente riconosciuto a tali esemplari ed alla necessità di assicurare continuità all’attività di ricognizione territoriale posta in atto.

Abbiamo riportato nella cartina che segue la posizione di ogni albero. Non sono tutti quelli che abbiamo trovato e segnalato, e tra l’altro la ricerca è ancora in corso: sono quelli di più facile accessibilità e visibilità, perché sono situati in aree pubbliche, a fianco di strade, vicino o dentro dei parchi.

Come vedrete, diversi alberi sono nel parco dell’ex CRASS , in via Colombo. Un luogo magnifico, che merita di essere conosciuto, ammirato ma anche salvaguardato e tutelato sia dal punto di vista naturalistico che storico.

L’elenco è solo provvisorio.

Vi invitiamo a cercare e segnalare altri alberi meritevoli di attenzione, inviandoci una mail con le informazioni che avete raccolto e qualche foto. Grazie.

 

Ecco il link:

 https://earth.google.com/earth/d/1dQLGLS58B2yVehr-vKrNmmMTbPV6awYk?usp=sharing

 

In ultimo, non possiamo fare a meno di segnalare la pagina facebook del sig. Valido Capodarca, un profondo conoscitore e appassionato ricercatore di alberi monumentali, che da tanti anni segnala e chiede la tutela per questi grandi patriarchi, ai quali ha dedicato diversi libri:

https://www.facebook.com/search/top?q=valido%20capodarca%20reale

 

 

PAGINA IN AGGIORNAMENTO - PROGETTO IN CORSO  Ultimo aggiornamento  20 febbraio 2024

BILANCIO PARTECIPATO - POSATOUR E' IL PROGETTO PIU' VOTATO DAI CITTADINI

 

Posatour

 BILANCIO PARTECIPATO - POSATOUR E' IL PROGETTO PIU' VOTATO TRA QUELLI PROPOSTI DAI CITTADINI ! 

"Bilanciamo Ancona” è il progetto di Bilancio Partecipato che destina delle somme del bilancio comunale per la realizzazione di progetti proposti , quest’anno, da cittadini e da Istituti Scolastici.

I progetti sono stati votati dai cittadini  sino al 20 dicembre e  POSATOUR –Una rete verde di bellezza e natura. è quello che ha ottenuto più voti tra i 3 progetti finalisti presenti nella "categoria" cittadini, per il quale il Comune si  è impegnato  a finanziare la realizzazione con 50 mila euro.

Un percorso per la città.

Si tratta di un progetto cui teniamo moltissimo, e che nelle sue linee essenziali ipotizzammo come Circolo sin dal 2013. Siamo molto contenti che i cittadini abbiano apprezzato.

E’ la proposta di sistemare a fini pedonali e ciclabili l’itinerario che dall’ex CRASS attraverso Via Cupa di Posatora, arriva ai grandi parchi del Fornetto, Belvedere e Fiorani, e ritorna di nuovo in via Cupa costeggiando il fosso di Posatora. Con la possibilità, dal Parco Fiorani, di collegarsi con una bretella alla Palombella e a Torrette tramite l’antico sentiero del Borghetto.

Un percorso verde, con panorami molto belli, attraverso un corridoio ecologico unico che dalle frazioni dell’entroterra anconetano arriva sino a poche decine di metri dal Piano, e fa scoprire le bellezze storiche e naturalistiche del Parco dell’ex CRASS.

Un percorso ideale a piedi, con percorrenze diverse a seconda delle possibilità, ma fattibile anche in bici , e che deve essere sistemato per consentire una piena fruizione tutto l’anno.

SLIDE FOTO PER SITO

 

I PERCORSI PEDONALI DI POSATORA

I PERCORSI PEDONALI DI POSATORA .Dal 2013 ci occupiamo della mobilità pedonale del quartiere di Posatora. In particolare, del percorso di Via Cupa, che dal Palamassimo (e anche dall'ex Crass) arrivi sino ai pedi della località Fornetto. Non solo, ma il quartiere, vero e proprio cuneo verde diretto verso il Piano San Lazzaro , offre anche molti altri percorsi adatti a tutti.

Ora, finalmente, almeno ora abbiamo un tabellone che possa suggerire dei potenziali percorsi a piedi, realizzato dall'A.D.A:, ma frutto anche dell'impegno del nostro Circolo, di altre due associazioni e con l'aiuto di alcuni soggetti economici sensibili a questi temi.

In attesa di fornire una descrizione più completa di tutti i percorsi, di seguito il tabellone con i percorsi, la storia e la natura del quartiere

Tabellone Cupa di PosatoraTabellone Cupa di Posatora Storia e Natura

                                                                                         DESCRIZIONE DEI PERCORSI 

 

Nota: gli itinerari sono parzialmente provvisti di piccole frecce segnaletiche di colore verde su fondo bianco, che riportano il numero del punto di accesso ai percorsi. La presente è solo l’indicazione di possibili percorsi pedonali, molto gradevoli, da affrontare con abbigliamento, ed in particolare con scarpe adeguate al fondo che può presentare tratti fangosi dopo piogge recenti.

 

ANELLO CUPA DI POSATORA

***Aggiornamento settembre 2022: il percorso è aperto dall'ex CRASS. Vicino al fosso le canne presenti sono state tagliate di recente e sono meno folte, però da evitare in caso di forti piogge. In tal caso iniziare il percorso davanti al Palamassimo.

 (colore rosso sul tabellone)

Lunghezza  5,3 Km . Durata 100 minuti

Descrizione itinerario: si tratta di un percorso ad anello: ex CRASS- Via Cupa di Posatora- Strada  del Fornetto- Parco Belvedere –Ingresso Parco Fiorani – ex CRASS

Il percorso ha come punti di accesso la strada che esce dal cancello secondario dell’ex CRASS (punto di accesso 3)

Dopo aver attraversato l’ex CRASS e gli alberi monumentali del suo bellissimo parco, si esce dal cancello dietro le nuove palazzine, e si svolta a destra per la strada che porta alla Casa Rossa.

Si percorrono ca 70 m, e quando la strada svolta e sale a sinistra, si piega lievemente a destra, prendendo un sentiero che costeggia il fosso al di là del quale c’è il Nuovo Tambroni. Tenersi sempre lato monte a debita distanza dalle sponde del fosso. Lo si percorre sino ad un ponticello: si è in via Cupa di Posatora, vicino al Palamassimo ( punto di accesso 2), che è senz’altro preferibile usare al posto dell’ accesso 3 in caso di terreno bagnato per piogge recenti.

Si svolta a sinistra, su asfalto in salita su Via Cupa: dopo ca 100 m si trova una edicola votiva. Al termine dell’asfalto, si svolta a sinistra per un sentiero: si tratta sempre di Via Cupa, un tempo percorribile in automobile. Si percorrono  200 metri in pianura: quando si scorge, in mezzo alla fitta vegetazione, il cancello secondario della Casa Rossa, si svolta a destra in sensibile salita, sino ad arrivare alla prima casa di Posatora. Ora Via Cupa ritorna ad essere una strada carrabile: si oltrepassa la nuova chiesa parrocchiale e si continua per ca. 1 km sino al bivio con Strada del Fornetto.

Il tratto di Via Cupa è molto interessante dal punto di vista naturalistico: troviamo alberi come la roverella (quercia), l’olmo, l’acero campestre. Arbusti come alloro, viburno, alaterno, biancospino. In primavera sono frequenti borragine, giacinto romano, giaro, consolida, erba vajola, aglio roseo, falsa ortica.

Se non si percorre l’Anello Ciclopedonale del Fornetto, si svolta a destra su strada del Fornetto e si scende verso il Parco Belvedere arrivando al tabellone dei sentieri, a fianco della antica  Chiesa di Santa Maria Liberatrice (anno 1526), della quale si consiglia la visita, se aperta, o quanto meno la visione dall’esterno. Si attraversa la strada, si va a destra  e si passa davanti all’ingresso principale del Parco Fiorani: si raccomanda di entrare anche solo per qualche metro per ammirare il panorama sul golfo di Ancona. Villa Colonnelli si trova proprio davanti all’ ingresso del Parco Fiorani.

Si percorre per ca. 150 metri Via Posatora sino al semaforo: si svolta a destra, e dopo pochi metri a sinistra per Via Brodolini. Si supera la scuola elementare e subito dopo si imbocca a destra una carrabile bianca (con presenza di un bel filare di gelsi) per ca. 200 metri, per svoltare a sinistra a metà collina, lungo un sentiero che per incolti riporta, scendendo, al Palamassimo. Di qui sino all’ex CRASS superando il ponticello di Via Cupa e svoltando a sinistra, per lo stesso percorso di andata.

 

 

 

 

ANELLO CICLOPEDONALE DEL FORNETTO

(colore blu sul tabellone)

Lunghezza  2,5 Km . Durata 45 minuti. 

L’anello può essere imboccato dal punto di accesso 5 (bivio tra Via Cupa e Strada del Fornetto). Come alternativa, si può parcheggiare l’auto nel parcheggio davanti alla Statua di San (Padre) Pio.

Si sale per Strada del Fornetto per 200 metri e prima della strettoia delle vecchie case della frazione, si gira a destra: sono presenti le indicazioni stradali “Statua di San Pio” e “Piste Ciclopedonali del Fornetto”. Si sale per asfalto sino alla statua di San Pio. C’è un tabellone del Comune, che indica i percorsi: noi consigliamo, appunto, di percorrere  la pista pedonale sterrata (pista del Fornetto alta- di colore verde nel tabellone del Comune), molto panoramica e lunga circa 700 metri, sino ad incrociare Via del Golfo .

Si svolta a destra, in ripida discesa, per ca. 100 metri, e si gira ancora a destra per imboccare la pista pedonale bassa del Fornetto (colore marrone nel tabellone del Comune), che si percorre sino ad una ex casa colonica :la si aggira e svoltando a destra si sale per riprendere la pista superiore e ritornare alla Statua di San Pio e a Strada del Fornetto. 

Aggiornamento settembre 2022: al momento dalla pista bassa del Fornetto è dubbio se sia possibile raggiungere via Fornetto, in quanto è presente un cartello di divieto di dubbia interpretazione.

Percorso molto panoramico: nelle giornate limpide si vede tutta la costa settentrionale delle Marche sino al Colle Ardizio e al San Bartolo, mentre d’inverno è possibile intravvedere le montagne innevate della Croazia.

Di seguito la riproduzione del tabellone: in colore viola i tratti che consigliamo di percorrere per chiudere l'anello nel parcheggio della statua di San Pio, senza usare la seconda parte della pista bassa.

Carta Percoso Fornetto

ANELLO PARCO FIORANI

(colore verde sul tabellone)

Lunghezza  1  Km . Durata 20 minuti

Si può iniziare dal punto di accesso 1 (dal lato opposto della strada rispetto al tabellone) o dal punto di accesso 7 (Parcheggio Parco Fiorani)

Si entra, si prende il sentiero a sinistra e si supera lo sgambatoio per cani sino a incrociare la segnaletica dell’Antico Sentiero del Borghetto, che porta a Torrette (punto di accesso 4). Se non si va a Torrette, si ritorna indietro di pochi metri e si scende leggermente, per poi risalire passando sopra un pennello di cemento armato. Il panorama sul Porto e sul Centro Storico di Ancona è eccezionale. Si passa accanto ad alcune panchine e giochi per bambini e si sale sino all’ingresso principale.

 

LA DUNA DI COLLEMARINO

LA DUNA IN FORMAZIONE SULLA SPIAGGIA DI COLLEMARINO -UN LEMBO DI NATURA DA PROTEGGERE E RISPETTARE

A fine 2018- inizio 2019 la Regione Marche ha emanato il Piano di Gestione Integrata delle Zone Costiere (GIZC). Il Piano, che si occupa della gestione e protezione della costa, ha identificato numerose dune: alcune già stabilizzate e in qualche caso anche oggetto di protezione, sia come Area Floristica Protetta che come Riserva (Sentina). In altri casi alcuni lembi di spiaggia sono stati individuati come dune in potenziale formazione. Tra di esse, due interessano il Comune di Ancona: una si trova immediatamente a sud del cavalcaferrovia in legno in corrispondenza del Centro Commerciale di Collemarino sino ai pressi della foce del fosso Manarini , mentre l'altra , un chilometro più a sud, si trova al termine della frazione di Torrette.

La più stabile, in quanto meno interessata dalla forza delle mareggiate, è quella di Collemarino, per la quale il nostro Circolo ha chiesto e ottenuto  nel 2019 una forma minima di tutela  apponendo dei cartelli conoscitivi di avviso ai cittadini di non calpestare, non gettare rifiuti ecc. dato che si stava formando un habitat dunale.

Nel frattempo, sul cavalcaferrovia , è stato dipinto un murales dall'artista Cibo dal nome MITILE IGNOTO, per ricordare i danni che il mare riceve a causa dell'abbandono di rifiuti plastici e non.

Per il 2020 ci si è limitati ai cartelli: nel frattempo è stato interessato l'assessorato all'Ambiente del Comune di Ancona che, nella primavera/estate del 2021, ha apposto un tabellone informativo con le specie caratteristiche della duna. L'opera di "rispetto" dei luoghi è proseguita nel 2022 con la delimitazione vera e propria della duna con paletti in legno e cordino da parte del Comune.

Nel frattempo il Circolo ha monitorato le piante della duna, e si è arrivati ad un primo censimento, certamente non esaustivo, ma significativo per una zona che sino al 2020 era stata sistematicamente spianata ogni estate dalle ruspe. Da notare anche che a breve distanza, andando verso nord, sul retro di un pubblico esercizio, in piena estate può essere ammirata la fioritura del giglio delle sabbie: si tratta però di una piantumazione ad opera dell'uomo, non di una colonizzazione spontanea.

Di seguito l'elenco delle specie spontanee:

Calcatreppola marittima (Eryngium maritimum)

Erba cali (Salsola kali)

Ruchetta di mare (Cakile maritima)

Gramigna delle spiagge (Agropyron junceum)

Tribolo comune (Tribulus terrestris)

Enula bacicci (Inula chritmoides)

Finocchio litorale spinoso(Echinophora spinosa)

Ambrosia (Ambrosia psilostachya)

Piumino (Lagurus ovatus)

Soldanella di mare (Calystegia soldanella)

Euforbia delle spiagge (Euphorbia peplis)

Paccasasso o Finocchio  marittimo (Chritmum maritimum)

Nappola italiana (Xanthium italicum)

Nappola delle spiagge (Cenchrus incertus)

Aristolochia (Aristolochia clematitis)

Enagra (Oenothera biennis)

Piumino delle spiagge (Lagurus ovatus)

Sulla duna sono inoltre presenti altre specie (canna comune, fico degli ottentotti, inula viscosa ecc.), che non sono autoctone , ma si sono diffuse e anzi sono in competizione con le specie spontanee.

In un solo anno di "protezione", il 2022, in cui la parte di spiaggia più vicina alla ferrovia non è stata livellata dalle ruspe, sono cresciute le specie che abbiamo rilevato.

Tabellone duna di collemarino

Ambrosia

Ambrosia  (Ambrosia psilostachya)

Aristolochia clematitis

Aristolochia clematitis

Calcatreppola marittimaEryngium maritimum 2

Calcatreppola marittima (Eryngium maritimum)

Calcatreppola marittimaEryngium maritimum

Calcatreppola marittima con fiore

Enagra Oenothera biennis

Enagra (Oenothera biennis)

Enula bacicci Inula chritmoides

Enula bacicci (Inula chritmoides)

Erba cali Salsola Kali

Erba cali  (Salsola Kali)

Euforbia delle spiagge Euphorbia peplis

Euforbia delle spiagge (Euphorbia peplis)

Finocchio litorale spinoso Echinophora spinosa

 Finocchio litorale spinoso (Echinophora spinosa)

Gramigna delle spiagge

Gramigna delle spiagge (Agropyron junceum)

Nappola delle spiagge Cenchrus incertus

Nappola delle spiagge (Cenchrus incertus)

Nappola italiana Xanthium italicum

Nappola italiana (Xanthium italicum)

Paccasasso o finocchio marittimo Chritmum maritimum

Paccasasso o finocchio marittimo (Chritmum maritimum)

Piumino delle spiagge Lagurus ovatus

Piumino delle spiagge (Lagurus ovatus)

Ruchetta di mare

Ruchetta di mare (Cakile maritima)

Soldanella di mare Calystegia soldanella

Soldanella di mare (Calystegia soldanella)

Tribolo comune Tribulus terrestris

Tribolo comune (Tribulus terrestris)

 

Parco del Fornetto - Spunterà un bosco sulla frana

cornus sanguinea fioritoRIDOTTO

 

 

PARCO DEL FORNETTO - IN FUTURO, UN BOSCO

Da lontano quella vasta estensione di cippi bianchi allineati sulle pendici del Montagnolo sembra un cimitero di guerra ma stavolta nulla a che vedere con fatti di morte bensì segnali di nuova vita che cresce. Sono i tutori di migliaia di alberi posti a dimora per rimboschire il versante costiero che dal Fornetto scende verso Torrette tra Via del Golfo e Grotte di Posatora.

Un progetto di ampio orizzonte che una vistosa tabella definisce “lavori di riforestazione compensativa per l’assorbimento di carbonio in linea con gli obiettivi del piano nazionale di riduzione del gas serra in adempimento al protocollo di Kyoto a seguito dell’ampliamento alla terza corsia dell’autostrada A14 tratto Senigallia-Ancona Nord.” Per l’area in frana di Posatora un ritorno alla vita, una bella pennellata di verde che copre una superficie di quasi 9 ettari. I lavori, condotti dal Consorzio Marche Verdi, sono iniziati il 22 maggio 2017 ma ci vorranno sei anni perché si possano considerare conclusi; quelli dell’uomo ovviamente perché la natura sta già facendo la sua parte e dalla ricca comparsa di gemme sembra già apprezzare la scelta.

Stavolta quindi un “cantiere” dove non si sono sviluppate lottizzazioni né si è consumato altro suolo a fini urbanistici ma si è restituito alla natura un territorio su cui già le scelte umane nel passato recente hanno prodotto effetti pesantemente negativi come la grande frana di Ancona del 13 dicembre 1982. Un caso positivo su investimenti di cui possono godere tutti i cittadini, migliorando le condizioni di salute e benessere della collettività e dando una prospettiva di funzionalità ecologica e di nuova bellezza al territorio. Una singolare quanto efficace declinazione di quello sviluppo sostenibile di cui troppo spesso si teorizza senza poi tradurne i principi nelle scelte con altrettanta coerenza e sensibilità.

Per la verità da queste parti la storia ha insegnato qualcosa e così dal 27 giugno 2015 il Comune di Ancona ha inaugurato un nuovo parco pubblico con percorsi ciclo-pedonali tra via del Fornetto e Via del Golfo..

E’ il bosco a coprire le ferite della grande frana, restituendo uniformità ad un versante dissestato da forze profonde. Un vasto tappeto di alberi e di foglie quasi nascosto per chi non sceglie una nuova visuale, uscendo dalle strade e dalla quotidianità cittadina. Appena terminata la ripida salita di via del Fornetto, all’ingresso principale del parco, i visitatori vengono accolti dalla statua di Padre Pio, opera del famoso scultore Tito Neri, fortemente voluta da una delle tante figlie spirituale del Santo di Pietrelcina, la signora Edda Zavalloni Galassi.

Da li si può procedere lungo un paio di tracciati paralleli e relativi tratti di collegamento per un percorso attrezzato complessivo di 3 chilometri, che originariamente era un semplice circuito di piste di lavoro. Lungo la rinnovata sentieristica si è circondati da un’ampia varietà di alberi con specie botaniche in tre principali zone: una sistemata a boscaglia, dove sono presenti acero campestre, frassino da manna (orniello), pino d’Aleppo, cipresso, leccio, biancospino, ginestra, corbezzolo, pioppo bianco e frassino; una zona a cespuglieto, con salicone, salice ripaiolo, ginestra, prugnolo spinoso, fusaggine, tamarice, olivello di Boemia; ed infine la zona a bosco termo-igrofilo, con alloro, corbezzolo, salicone, ontano, roverella, biancospino, ciliegio selvatico

Spiccano le chiome argentee degli ulivi in mezzo a tanti lecci, olmi, pini e cipressi e altro ancora per chi sa apprezzarne la presenza discreta in un mondo di biodiversità dove la natura ritorna padrona. Vaste lingue di canne e ciuffi di equiseto indicano che questa è una zona ricca di acque, le stesse che nel la notte del 13 dicembre 1982 causarono una vasta ferita alla città. Oggi quei versanti si apprestano per diventare  un bosco, un vasto polmone verde che si affaccia sul mare con un panorama amplissimo. E così seguendo i comodi tracciati, allora serviti per l’emergenza, si ha una sensazione di straordinaria libertà. I suoni della città giungono addolciti e sembrano lontani.

E il fascino di un luogo simbolo di una grande sofferenza che oggi torna mostrare la bellezza e la vita.

La presenza di fichi, ciliegi e mandorli segnalano che ci si avvicina “all’uscita” ormai prossimi agli edifici rimasti in piedi; e i saluti dei cani che faticano ad abituarsi ai nuovi visitatori: bambini in bici giovani, famiglie, insomma un parco davvero per tutti.

La statua di S. Pio da Pietralcina è punto di partenza e di arrivo della nostra fatica: una presenza che rincuora e magari invita ad una preghiera o ad una breve sosta.

Da qui è tutto uno scintillare di verde che arriva verso il mare e in un abbraccio si ammira tutta la città. Un panorama su cui il colle Guasco con il Duomo è forse ciò che meglio focalizza il senso di questa vista, immagine di una città che si adorna di un nuovo gioiello di bel vivere arricchendosi di infinite sfumature di verde. E così che come tutti gli abbracci anche questo induce sentimenti piacevoli sulla città fino a farci dimenticare il traffico, l’inquinamento, le contraddizioni, le difficoltà di ogni tempo. E così di Ancona ci si innamora!

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