BRECCE BIANCHE: UN’AREA DI INTERESSE NATURALE A RISCHIO CEMENTO.
CI SAREBBE IL PROGETTO PER UNO STUDENTATO CON TANTO DI RICHIESTA DI RENDERE EDIFICABILE UNA ZONA OGGI TUTELATA.
ALLOGGI PER GLI UNIVERSITARI CRONICAMENTE CARENTI: PERCHE’ CONSUMARE NUOVO SUOLO E COSTRUIRE SU UN’AREA NATURALE?
ANCONA – Sarebbero già pronte le ruspe per dare inizio, tra non molto, ad un’opera che andrebbe ad incidere su una delle poche aree ad interesse naturalistico scampate alla cementificazione intensa cui è stato sottoposto Monte Dago negli ultimi decenni.
Parliamo di una porzione di territorio in cui la natura la fa da padrona, tra le case di edilizia popolare e gli edifici imponenti dell’università, lungo il primo tratto scosceso di via Brecce Bianche che scende dall’università in direzione Baraccola. Negli anni passati, intorno al tracciato di quel tratto di strada, è stato costruito qualcosa ma gran parte della zona verde che percorre il crinale della collina e che, dall’altra parte della via, scende fino al tracciato dell’Asse Nord-Sud, è restato intatto.
L’uso agricolo si è gradualmente ritirato entro aree sempre più circoscritte, lasciando che la natura si impadronisse di nuovo del territorio. Non è raro infatti udire il richiamo dei fagiani e osservare i cerchi descritti dai rapaci che sorvolano la zona in cerca di prede. Nelle aree abbandonate da più tempo, agli arbusti si stanno già sostituendo gli alberi.
L’area in questione è stata già considerata, coerentemente, meritevole di tutela, tantoché il Piano Regolatore vigente la classifica come “Area verde di interesse naturalistico” (art. 35, CP A2, P.R.G. Comune di Ancona).
“Tra poco questa zona naturale potrebbe essere fortemente compromessa da una colata di cemento” è l’allarme lanciato da Paolo Mariani, segretario del Circolo legambientino del capoluogo. “Sarebbe in corso una pratica per ottenere il cambio di destinazione di quest’area, oggi non edificabile, in modo da potervi costruire una cittadella studentesca”.
Legambiente sostiene fortemente, e non da oggi, la necessità di aumentare il numero di alloggi per gli studenti, di cui la città è cronicamente carente. Ancora una volta però, come già accadde all’epoca della vicenda dello “studentato” a Villa Romana, non riusciamo a capire il perché, per raggiungere finalità così lodevoli, ci si orienti verso il consumo di nuovo suolo su un’area di oggettivo interesse naturalistico, tanto più preziosa in quanto dentro la città.
Ad Ancona esiste peraltro un cospicuo patrimonio edilizio inutilizzato che potrebbe essere riconvertito ad alloggi per gli studenti, senza andare ad intaccare ulteriormente il territorio: è auspicabile che, prima di autorizzare l’impiego di nuovo suolo, si guardi alle zone già edificate.
Chiediamo perciò che non venga autorizzato alcun cambio di destinazione e che quest’area continui a svolgere la propria funzione di oasi all’interno di una zona ormai fortemente antropizzata come quella di Monte Dago.
Circolo Naturalistico Il Pungitopo ONLUS