Tagli ai bus (15/02/2013)
CON LA CIRCOLAZIONE DIFFICILE, OCCORRE POTENZIARE I BUS. NO AI TAGLI, NO ALLA SOPPRESSIONE DELLA LINEA 46
ANCONA – Tra un mese chiuderà la galleria del Risorgimento per i lavori di restauro e la Conerobus ha già presentato un piano di revisione di orari e percorsi, adattato alla viabilità provvisoria.
Il piano presentato, a fronte di un potenziamento della linea 1/4, che diverrà di fatto la dorsale principale della città, prevede tagli notevoli alle altre linee, oltre alla soppressione della 46, che resterà in servizio solo tra le Tavernelle e i nuovi quartieri.
“Un piano tutto da rifare” è la bocciatura netta del Circolo Legambiente di Ancona, espressa dal suo presidente Fabio Barigelletti, che prosegue: “Con la chiusura della galleria, si prospetta un periodo difficile per la viabilità anconetana. Conerobus, anziché potenziare le linee per alleggerire il traffico, si appresta a tagliare e a costringere così le persone ad usare il mezzo proprio”.
Questo è il momento in cui è necessario puntare sul mezzo pubblico: con la circolazione che si farà ancora più problematica, il traffico privato andrà contenuto il più possibile. E’ necessario quindi mantenere le linee bus almeno con la cadenza attuale ma sarebbe decisamente più opportuno intensificarla. Si parla continuamente di ottimizzare l’impiego delle risorse pubbliche: quale migliore occasione di investire?
In particolare, Legambiente apprezza la proposta di intensificare la 1/4, dal momento che vi si riverserà con ottima probabilità una parte importante dell’utenza gestita oggi dalle linee 2 e 3. Peraltro l’entrata in servizio dei nuovi filobus contribuirà ad alleggerire l’inquinamento da polveri sottili.
Appare invece del tutto sbagliata la cancellazione del tratto della 46 che unisce i parcheggi scambiatori di Tavernelle con il centro. E’ proprio in questo tratto che la 46 è strategica: ha contribuito in modo decisivo a drenare una fetta cospicua del traffico che congestiona l’Asse Nord Sud e il centro. Tagliare questa parte di percorso sarebbe deleterio per il traffico e per l’inquinamento.
Per ovviare alla chiusura della galleria, la 46 potrà essere dirottata, senza effettuare fermate, su via XXV Aprile e via Vittorio Veneto, come già previsto per le linee 2 e 3. Durante tutto il periodo di chiusura della galleria, sarà fondamentale un’opera rigorosa, a cura dei Vigili Urbani, per far rispettare dei divieti di sosta, l’infrazione dei quali già oggi crea spesso difficoltà al transito dei mezzi pubblici.
Da Conerobus ci aspettiamo quindi un’inversione di tendenza alla linea al ribasso sottesa al piano presentato e dal Comune di Ancona il supporto a Conerobus affinché la circolazione provvisoria dei mezzi sia il più possibile fluida e regolare.
Circolo Naturalistico Il Pungitopo ONLUS
Ripascimento a Portonovo (04/06/2012)
ANNUNCIATO RIPASCIMENTO A PORTONOVO
LE ASSOCIAZIONI: STOP ALLA POLITICA DELLE CONTINUE EMERGENZE
PER EVITARE INTERVENTI INCONTROLLATI CI VOGLIONO UNA NUOVA LEGGE REGIONALE E UNA BUONA GESTIONE
ARRETRARE AL PIU’ PRESTO LE COSTRUZIONI A RIDOSSO DELLA SPIAGGIA
ANCONA – Come tutti gli anni, anche quest’anno esce fuori dal cilindro un ripascimento per la spiaggia di Portonovo. Dopo l’orientamento al mini-ripascimento scaturito dal tavolo tecnico Regione-Comune-Parco, voci avevano delineato la possibilità di effettuare solo una redistribuzione della mole ingente di materiale riversato nelle stagioni passate.
E invece ci troviamo di nuovo nella situazione cui purtroppo siamo abituati. Grazie alla politica dei provvedimenti urgenti, ancora una volta, l’ennesima, la Baia all’ombra del Conero vedrà riversato sul suo litorale del nuovo materiale cavato dalle montagne.
“Vorremmo sapere dalla Regione Marche di quanto materiale si tratta, seppure ciò non faccia molta differenza” spiegano i rappresentanti delle due Associazioni. “Grave è infatti che da anni si continui a riversare tonnellate di sassi su un ambiente pregevole e delicato, senza un apprezzabile impegno a capire quali effetti provochino tali interventi, trincerandosi dietro la condizione dell’emergenza che tale a nostro avviso non è”.
Ancora una volta ci troviamo perciò a ribadire che questo tipo di iniziative assolutamente inopportune e potenzialmente pericolose possono essere neutralizzate con una nuova legge regionale adeguata alle normative europee e soprattutto ai beni che si prefigge di proteggere, e con l’adozione di una gestione responsabile del territorio, cosa che è sembrata finora mancare.
E’ molto triste constatare che si continui ad offendere l’intelligenza dei cittadini, insistendo ancora caparbiamente sulla replica, ormai grottesca, di una situazione di “emergenza” per giustificare l’adozione perpetua di provvedimenti urgenti e non pianificati che finiscono per impattare sull’ambiente e sul paesaggio, sciupati poco a poco da una classe dirigente dalla vista palesemente corta.
In attesa di tutto ciò, nell’immediato chiediamo che il previsto ripascimento sia revocato e che sia ridistribuito, se e dove ce ne fosse bisogno, il materiale già presente sulla spiaggia, come già ipotizzato nelle scorse settimane.
Auspichiamo inoltre che si proceda al più presto all’arretramento delle strutture, come previsto dal PPE di Portonovo, in modo da non dover tutti gli anni rimediare alle improvvide edificazioni a ridosso della battigia, con provvedimenti che sviliscono ambiente e paesaggio, vera e unica ricchezza del nostro territorio.
Circolo Naturalistico Il Pungitopo ONLUS
Italia Nostra ONLUS – Sezione di Ancona V. Pirani
Case all'ex manicomio (21/05/2012)
LEGAMBIENTE CONDIVIDE LE PREOCCUPAZIONI ESPRESSE DALLE RSU ASUR SULL’EX OSPEDALE PSICHIATRICO E RILANCIA
L’AREA EX CRASS E’ UN PATRIMONIO STORICO E AMBIENTALE DA DIFENDERE: INOPPORTUNE LE EDIFICAZIONI IN CORSO. VANNO RIVISTE ANCHE LA MOBILITA’ E LA SOSTA ALL’INTERNO DELL’AREA.
ANCONA – Legambiente si associa alla preoccupazione espressa dalle RSU dell’ASUR Area Vasta 2 di Ancona in merito al parco dell’ex ospedale psichiatrico del capoluogo.
Il complesso rappresenta infatti un prezioso patrimonio per la città, sia dal punto di vista storico-architettonico, sia dal punto di vista ambientale. Tale interesse è sancito anche dal vincolo paesaggistico che attualmente risulta sussistere sull’area e che la dovrebbe proteggere da interventi dannosi.
La scelta di realizzare nuova edilizia all’interno di questo comprensorio suscitò notevoli perplessità già all’epoca in cui fu operata. Ora, avendo sotto gli occhi scavi e costruzioni, risulta ancora più evidente quanto sia stata inopportuna tale scelta e come la marginalità del punto individuato per costruire non costituisca una tutela efficace per il contesto che merita di essere preservato.
“L’apposizione del vincolo all’area dell’ex manicomio è stato un primo passo fondamentale” osserva Fabio Barigelletti, presidente del Circolo Legambiente del capoluogo. “Sembra però che l’importanza e la bellezza del luogo non siano ancora ben percepite. Questa scelta edilizia poco sensibile ne è solo uno dei segnali”.
A questa operazione di edilizia popolare che, indiscutibile nelle finalità, è però molto discutibile per la sua localizzazione, va aggiunta infatti la quantomeno caotica gestione della mobilità all’interno dell’area.
A parte una piccola porzione centrale del complesso, infatti, la sosta risulta di fatto non sottoposta ad alcuna regola in tutto l’ex manicomio. Non è infrequente, soprattutto nelle ore di maggior frequentazione della struttura, vedere auto invadere gli spazi verdi ed assediare alberi e piante.
Così come nel tempo si è incrementata l’attenzione alla gestione del verde dell’ex ospedale psichiatrico, abbandonando abbattimenti facili e potature pesanti, andrebbe allo stesso modo ridefinita l’organizzazione della mobilità e degli spazi adibiti al parcheggio.
Iniziative fuori luogo, infine, come quella di collocare dell’edilizia popolare all’interno di un’area a valenza architettonica e ambientale andrebbero altresì accantonate, per dare compimento alla tutela che questo prezioso complesso storico merita.
Circolo Naturalistico Il Pungitopo ONLUS
Nuove edificazioni su area verde (31/05/2012)
BRECCE BIANCHE: UN’AREA DI INTERESSE NATURALE A RISCHIO CEMENTO.
CI SAREBBE IL PROGETTO PER UNO STUDENTATO CON TANTO DI RICHIESTA DI RENDERE EDIFICABILE UNA ZONA OGGI TUTELATA.
ALLOGGI PER GLI UNIVERSITARI CRONICAMENTE CARENTI: PERCHE’ CONSUMARE NUOVO SUOLO E COSTRUIRE SU UN’AREA NATURALE?
ANCONA – Sarebbero già pronte le ruspe per dare inizio, tra non molto, ad un’opera che andrebbe ad incidere su una delle poche aree ad interesse naturalistico scampate alla cementificazione intensa cui è stato sottoposto Monte Dago negli ultimi decenni.
Parliamo di una porzione di territorio in cui la natura la fa da padrona, tra le case di edilizia popolare e gli edifici imponenti dell’università, lungo il primo tratto scosceso di via Brecce Bianche che scende dall’università in direzione Baraccola. Negli anni passati, intorno al tracciato di quel tratto di strada, è stato costruito qualcosa ma gran parte della zona verde che percorre il crinale della collina e che, dall’altra parte della via, scende fino al tracciato dell’Asse Nord-Sud, è restato intatto.
L’uso agricolo si è gradualmente ritirato entro aree sempre più circoscritte, lasciando che la natura si impadronisse di nuovo del territorio. Non è raro infatti udire il richiamo dei fagiani e osservare i cerchi descritti dai rapaci che sorvolano la zona in cerca di prede. Nelle aree abbandonate da più tempo, agli arbusti si stanno già sostituendo gli alberi.
L’area in questione è stata già considerata, coerentemente, meritevole di tutela, tantoché il Piano Regolatore vigente la classifica come “Area verde di interesse naturalistico” (art. 35, CP A2, P.R.G. Comune di Ancona).
“Tra poco questa zona naturale potrebbe essere fortemente compromessa da una colata di cemento” è l’allarme lanciato da Paolo Mariani, segretario del Circolo legambientino del capoluogo. “Sarebbe in corso una pratica per ottenere il cambio di destinazione di quest’area, oggi non edificabile, in modo da potervi costruire una cittadella studentesca”.
Legambiente sostiene fortemente, e non da oggi, la necessità di aumentare il numero di alloggi per gli studenti, di cui la città è cronicamente carente. Ancora una volta però, come già accadde all’epoca della vicenda dello “studentato” a Villa Romana, non riusciamo a capire il perché, per raggiungere finalità così lodevoli, ci si orienti verso il consumo di nuovo suolo su un’area di oggettivo interesse naturalistico, tanto più preziosa in quanto dentro la città.
Ad Ancona esiste peraltro un cospicuo patrimonio edilizio inutilizzato che potrebbe essere riconvertito ad alloggi per gli studenti, senza andare ad intaccare ulteriormente il territorio: è auspicabile che, prima di autorizzare l’impiego di nuovo suolo, si guardi alle zone già edificate.
Chiediamo perciò che non venga autorizzato alcun cambio di destinazione e che quest’area continui a svolgere la propria funzione di oasi all’interno di una zona ormai fortemente antropizzata come quella di Monte Dago.
Circolo Naturalistico Il Pungitopo ONLUS
Ripascimento a Portonovo (09/05/2012)
LEGAMBIENTE: L’ENNESIMO RIPASCIMENTO PREVISTO A PORTONOVO MOSTRA DI NUOVO I LIMITI DELLA GESTIONE DELLA DIFESA COSTIERA.
SI SVOLGANO GLI STUDI DA SEMPRE ANNUNCIATI E MAI EFFETTUATI.
BENE L’ARRETRAMENTO DELLE STRUTTURE COSTRUITE SULLA BATTIGIA.
ANCONA - Legambiente esprime netto scetticismo per quanto emerso dall'incontro tecnico svoltosi lunedì mattina tra Regione, Comune di Ancona e Parco del Conero sulla difesa costiera di Portonovo. A partire dall'orientamento ad effettuare, per quanto limitato, un nuovo ripascimento.
Ogni anno le Istituzioni assicurano che il ripascimento sarà l'ultimo, che viene effettuato per sanare emergenze, peraltro in passato molto opinabili, e preannunciano studi sull'impatto delle opere di difesa della costa, di cui poi puntualmente non si sa più nulla. E così, anno dopo anno, a primavera, si torna ad invocare il pannicello caldo del ripascimento, grande o piccolo che sia.
"Le tonnellate di sassi scaricati a Portonovo ogni anno col pretesto dell'urgenza, sono l'emblema di una politica di difesa della costa che mostra tutti i suoi limiti e che per questo va accantonata al più presto" commenta secco Fabio Barigelletti, presidente del Circolo Legambiente del capoluogo.
L'Associazione ambientalista inoltre, non solo critica gli effetti deleteri che i ripascimenti possono produrre sull'ecosistema dei fondali e che nessuno ha finora studiato nonostante gli annunci, ma è scettica anche sulla proposta di far partecipare i concessionari alle spese per le opere di difesa.
"Si rischia di autorizzare, in cambio di denaro, interventi ispirati a una logica di sfruttamento economico, slegati completamente dalla tutela dell'ambiente. Per di più, tutto ciò accadrebbe in un’area protetta" prosegue Barigelletti, che conclude: "Le Istituzioni dovrebbero piuttosto proseguire sulla strada tracciata dall'attuale PPE di Portonovo, incentivando l'arretramento delle strutture costruite imprevidentemente negli anni sulla battigia".
Continuiamo quindi ad auspicare un cambio di approccio alla difesa costiera, che mandi finalmente in soffitta la logica degli interventi tampone e dei ripascimenti urgenti effettuati senza alcuna cura per le conseguenze che comportano. Ben vengano perciò gli studi sugli effetti degli interventi di difesa e l’arretramento delle strutture esteso a tutta la Baia.
Nell’immediato, se davvero sussistono esigenze di intervento, si valuti quantomeno l’ipotesi di ridistribuire la mole ingente di materiale riversato sulla spiaggia negli ultimi anni, senza aggiungerne di ulteriore.
Circolo Naturalistico Il Pungitopo ONLUS