Dehors in centro (23/03/2012)
DEHORS IN CENTRO. LEGAMBIENTE: INEVITABILE L’INTERVENTO DELLA SOPRINTENDENZA.
ORA SI TORNI FINALMENTE AL RISPETTO DELLE REGOLE E AL DECORO.
ANCONA – A giudicare da quanto detto nei giorni scorsi, sembra che la Soprintendenza, nel pretendere il rispetto dei luoghi e dei monumenti storici, abbia commesso una grave vessazione nei confronti degli esercenti del centro. Ma è proprio così?
Pochi anni fa, grazie soprattutto alla tenacia e all’impegno profusi dal nostro compianto amico Giancarlo Del Guerra, il Comune varò un regolamento dehors che avrebbe dovuto porre fine quantomeno al caos delle istallazioni autorizzate caso per caso.
Il regolamento in realtà molto concedeva agli esercenti, che avrebbero potuto continuare ad utilizzare pedane (in caso di dislivelli significativi), pareti divisorie trasparenti, tavoli, sedie e ombrelloni. La normativa approvata era stata congegnata per garantire la convivenza tra decoro e svolgimento dell’esercizio d’impresa.
Poi però si manifestò al contempo tutta la debolezza delle Amministrazioni Comunali. Quasi subito arrivò il primo dehors autorizzato secondo le nuove norme che il Comune aveva approvato pur in presenza, ad avviso nostro e di altre associazioni, di manifeste difformità dal regolamento stesso. Quindi seguì una pantomima imbarazzante e pretestuosa sull’entrata in vigore delle nuove norme, continuamente procrastinata e di fatto mai attuata.
Di questa debolezza alcuni esercenti sembrano aver approfittato per anni a piene mani e in modo plateale. Tendoni trasformati in magazzini, manufatti temporanei che di temporaneo avevano ben poco nel loro aspetto, frigoriferi, funghi e quant’altro di indecoroso o non consentito.
Infine l’intervento inevitabile della Soprintendenza, necessariamente sostituitasi ad un’Istituzione che per anni non è stata in grado di compiere il suo dovere.
“Se il Comune non fosse stato così debole” dichiara Fabio Barigelletti, presidente del circolo Legambiente di Ancona, “e se alcuni esercenti non fossero stati così sordi alle norme equilibrate imposte dal precedente regolamento, si sarebbe evitato con ottima probabilità l’inasprimento delle norme e l’intervento della Soprintendenza”.
Non è la Soprintendenza a perpetrare ora un torto nei confronti degli esercenti ma, al contrario, è stato il comportamento di alcuni esercenti a svilire per lungo tempo il decoro della città, complice l’assenza cronica e ingiustificabile delle Amministrazioni Comunali.
“Dopo anni di far west assoluto, si è messo finalmente un freno” continua Barigelletti. “Ci auguriamo vivamente che questo intervento doveroso e deciso serva a far sì che si ricominci a ragionare nell’ambito delle regole e che il decoro e l’esercizio delle attività economiche possano procedere di pari passo, come sarebbe potuto accadere già da anni”.
Un auspicio quindi affinché le attività economiche fioriscano ulteriormente e, al contempo, la fruizione dei luoghi più suggestivi e ricchi di storia della nostra città possa svolgersi nel meritato decoro.
Marche Endurance Lifestyle (20/03/2012)
MARCHE ENDURANCE LIFESTYLE: “PROMOZIONE DEL MADE IN ITALY E DEL TERRITORIO”.
LE ASSOCIAZIONI: BENE L’EVENTO, INFELICE LA COLLOCAZIONE. SAREBBE ASSURDO DANNEGGIARE UN TERRITORIO PER PROMUOVERLO.
ANCONA. Un evento “per promuovere il Made in Italy e il marketing territoriale”. Così viene definito dai promotori dello stesso il Marche Endurance Lifestyle, che si dovrebbe svolgere nel Parco del Conero il prossimo mese di giugno.
L’evento è imperniato sulla promozione dei rapporti con i partner commerciali degli Emirati Arabi Uniti e prevede, oltre ad incontri istituzionali e workshop economici, una gara di endurance, sport molto diffuso nel Paese arabo.
Nonostante un silenzio rotto solo recentemente, l’evento sembra in una fase organizzativa già molto avanzata. Sul sito appositamente creato, campeggia già in bella vista la simulazione del villaggio equestre che dovrebbe sorgere alla foce del Musone, base logistica della manifestazione sportiva.
“Della promozione territoriale delle Marche e del Parco del Conero non possiamo che rallegrarci, auspicando un proficuo svolgimento dell’evento” dichiarano i rapresentanti delle Associazioni, che proseguono: “Ci lasciano però molto perplessi alcuni aspetti delicati e controversi”.
Il villaggio internazionale, ossia l’insieme delle strutture al servizio dell’evento, incluse le stalle per ospitare un centinaio di cavalli, insisterebbe su uno dei pochi ambienti costieri conservatisi liberi, seppur assediati, dalla cementificazione selvaggia che ha interessato il resto del litorale. Pur rimanendo all’interno del Parco, si possono sicuramente individuare contesti territoriali di minor pregio ambientale, sui quali le attività equestri non provocherebbero analogo impatto.
La foce del Musone è zona di riserva naturale e perciò sottoposta a livelli di tutela atti a conservarne i valori ambientali, impedendo trasformazioni edilizie o urbanistiche, anche temporanee. L’Ente parco non a caso ha già messo nero su bianco che la realizzazione del villaggio internazionale in quella zona risulta ad oggi inattuabile perché in contrasto con le norme vigenti.
L’ipotesi che sembra trovare crescente sostegno dalle Istituzioni coinvolte – Regione, Ente Parco e Comune di Numana – sarebbe quella di scavalcare la normativa vigente, adottando misure in deroga che consentirebbero la realizzazione del villaggio, senza considerare i pregi ambientali che gli stessi soggetti hanno già ritenuto degni di tutela nei loro piani territoriali.
Tutto ciò senza ancora un progetto edilizio ben definito e soprattutto senza che le Istituzioni abbiano cercato un vero dialogo con i cittadini, tranquillizzandoli solo con generiche valutazioni scientifiche e prospettive di vantaggiosi investimenti per riqualificare il territorio dopo la gara.
“Auspichiamo che prevalga il buon senso e che si riveda la localizzazione del villaggio” concludono le associazioni. “Sarebbe assurdo danneggiare il territorio con l’obiettivo di promuoverlo”.
Circolo Naturalistico Il Pungitopo ONLUS
Italia Nostra ONLUS – Sez. di Ancona V. Pirani
Siccità nelle Marche - Non sprecare l'acqua potabile
I recenti episodi alluvionali verificatisi in diverse regioni italiane non possono nascondere il fatto che le Marche , invece, si trovano nella situazione diametralmente opposta: nella nostra regione c’è la siccità.
Dopo un mese di marzo molto piovoso, con episodi anche luttuosi, negli ultimi sette mesi solo uno, luglio, ha avuto precipitazioni poco oltre la norma, mentre gli altri sei mesi sono stati caratterizzati da piogge scarsissime.
L’Assam della Regione Marche (www.meteo.marche.it), che rileva puntualmente i fenomeni meteorologici della nostra regione, parla del 67% di piogge in meno negli ultimi tre mesi: gran parte della provincia di Ancona rientra, per tale periodo, nella classe di estrema siccità, la peggiore possibile. Da quasi cinquanta anni non si verificava una tale perdurante assenza di piogge.
La forte carenza di piogge degli ultimi mesi non è però una rarità:negli ultimi dieci anni abbiamo avuto più anni in deficit che in surplus di precipitazioni. Inoltre l’aumento quasi costante delle temperature medie mensili, dovuto al maggiore soleggiamento, contribuisce ad incrementare l’evaporazione.
La linea di tendenza è stata sinora confermata anche per il mese di novembre, con piogge molto scarse . Inoltre alle prime piogge, se concentrate in brevi periodi, si potrebbe accompagnare un rischio frane.
Crediamo che ciò si ripercuoterà prima o poi sulle falde acquifere, superficiali e profonde.
Ovviamente non possiamo chiedere a nessuno di far piovere nella giusta misura.
Ci sembra invece necessario che tutti , specie chi abita in città di medio grandi dimensioni, prendano coscienza del problema: ci si ricorda di più di un temporale o di un acquazzone, che di molte giornate senza una nuvola o una goccia di pioggia. Alla consapevolezza si deve affiancare lo sforzo personale di consumare meno acqua e di non sprecarla. L’acqua è un bene estremamente prezioso e sarà in futuro sempre più scarso.
Anche i comportamenti “pubblici”, ossia dei nostri amministratori, dovranno tenere conto dell’evoluzione in atto: ci auguriamo che, tra gli investimenti utili per sostenere la nostra economia, rientrino anche le sistemazioni delle reti degli acquedotti, le cui perdite non ci potremo più permettere in un futuro neanche troppo lontano.
Cerchiamo di consumare meno acqua potabile possibile, non perdiamola lungo la strada e lasciamone di più tra le nostre montagne, che sono il vero forziere naturale del futuro.
21 novembre 2011
Terminal navi gasiere ad Ancona (15/12/2011)
UNA CENTRALE ELETTRICA E MILLE NAVI GASSIERE L’ANNO IN PORTO: QUANDO LA FANTASIA SUPERA OGNI LIMITENel mentre la città di Ancona è interessata dall’inquinamento senza limite della area portuale che si riverbera sul centro cittadino, nel mentre a livello regionale si contesta con forza la realizzazione di rigassificatori non previsti dal Piano Energetico Regionale e senza una pianificazione energetica nazionale, nel mentre si discute da anni di un waterfront per accogliere al meglio turisti e croceristi, l’Autorità Portuale di Ancona tira fuori dal sacco dei regali di Natale il progetto di realizzare una nuova centrale elettrica nel cuore stesso di Ancona.
Il “pacco” è già pronto con tanto di soggetti economici disponibili, con l’ipotesi di mille approdi l’anno di navi gassiere nel porto di Ancona con tanto di gasdotto fino all’API.
Ciò a prescindere da ogni previsione del Piano Energetico regionale, del Piano Regolatore del Porto, delle aspirazioni della città di Ancona, delle scelte effettuate come porto crocieristico.
E, ovviamente, senza aver nulla discusso con i cittadini di Ancona, senza alcuna preventiva partecipazione ma immaginiamo con il parere favorevole di Confindustria, rappresentata nel Comitato del Porto dall’ingegnere Cogliati dell’API.
A questo punto siamo curiosi di sapere cosa hanno detto i rappresentanti nel Comitato della Regione Viventi, della provincia Casagrande e del Comune di Ancona Franzoni.
Lunedì 19 dicembre alle ore 17 riunione di tutte la associazioni che hanno a cuore i destini della Città presso la sede di via Bonda 1/b.
Italia Nostra ONLUS - Sezione di Ancona "V. Pirani"
Circolo Naturalistico Il Pungitopo ONLUS
Ampliamento spiaggia artificiale del Passetto (18/11/2011)
LEGAMBIENTE BOCCIA L’AMPLIAMENTO DELLA SPIAGGIOLA ARTIFICIALE DEL PASSETTO. DANNEGGIA IL PAESAGGIO E RISCHIA DI NON RISOLVERE IL PROBLEMA DELL’ALGA TOSSICA.
ANCONA – Desta forte perplessità la richiesta ufficiale che l’Amministrazione Comunale ha avanzato alla Regione Marche per modificare le opere di protezione della spiaggia del Passetto.
Per scongiurare l’ormai regolare appuntamento estivo con la formazione dell’alga tossica, si punta a realizzare il progetto (non nuovo: circola da diversi anni), di eliminare la scogliera parallela alla costa, posta in opera negli anni ’50, e di ampliare verso il largo la spiaggiola artificiale creata qualche anno fa. Sembra in sostanza che l’origine del problema sia nella presenza della scogliera anni ’50 e che la soluzione sia costituita dalla nuova spiaggiola.
Il sospetto, piuttosto forte, è invece che la creazione della spiaggiola non sia affatto estranea alla presenza estiva ormai fissa della famigerata alga. I due moletti di delimitazione della nuova spiaggia (i cosiddetti pennelli), si protendono infatti verso la scogliera anni ‘50 e hanno creato una vasca semichiusa, dove è facilmente immaginabile che l’acqua fatichi a circolare.
“L’accentuarsi del fenomeno dell’alga tossica proprio da quando è presente la spiaggiola e proprio nello specchio d’acqua prospiciente la stessa, suggerirebbe di rimuovere la spiaggia artificiale e non certo la scogliera, che sta lì da mezzo secolo e che sembra non aver mai creato problemi del genere.” osserva Fabio Barigelletti, presidente del Pungitopo. “Il progetto che si vuole realizzare produrrebbe sicuramente un danno paesaggistico enorme, creando un grosso dente bianco di sassi che si protenderebbe abnorme dalla linea di costa, compromettendo fra l’altro l’ambiente sommerso. Ma ciò che ci preoccupa è anche che l’alga tossica si andrebbe a formare, con notevole probabilità, verso la Seggiola del Papa”.
L’ampliamento della spiaggiola comporterebbe infatti un prolungamento dei due moletti, uno dei quali andrebbe a creare un’altra vasca semichiusa, analoga a quella attualmente soggetta all’alga, nell’insenatura della Seggiola del Papa.
Ci sono in sostanza, a nostro avviso, tutti gli elementi che suggeriscono una valutazione molto accurata delle conseguenze che produrrebbe il progetto voluto da Comune e Regione.
Auspichiamo perciò che entrambe le Amministrazioni tornino a verificare i possibili effetti della realizzazione del progetto effettuando, innanzi tutto, studi più approfonditi anche sulle cause che stanno rendendo la presenza dell’alga tossica sempre più frequente, tenendo anche e soprattutto conto della necessità di conservare l’ambiente e il paesaggio del Passetto, che ne fanno un luogo unico ed apprezzato.
Circolo Naturalistico Il Pungitopo ONLUS