Biblioteca e Pinacoteca chiuse (17/11/2011)
BIBLIOTECA E PINACOTECA CHIUSE. LEGAMBIENTE: NON PUO’ ESISTERE RILANCIO DELLA CITTA’ SENZA LA RIAPERTURA DI QUESTI LUOGHI.
NEL 2012 COMPIE 500 ANNI IL PRIMO LIBRO STAMPATO AD ANCONA, RISCHIAMO DI FESTEGGIARE CON LA BIBLIOTECA SPRANGATA.
ANCONA – Legambiente esprime preoccupazione per la vicenda della Biblioteca Comunale Benincasa e della Pinacoteca Comunale: la notizia che i principali contenitori culturali della città non verranno resi fruibili a breve tempo desta grande amarezza. E’ emblematico notare che, nonostante in queste ultime stagioni l’Amministrazione abbia fatto notevoli passi avanti per riqualificare i servizi e le strutture culturali cittadine – l’isituzione della Consulta Comunale della Cultura, i lavori di espansione della Pinacoteca, l’adeguamento strutturale e relativi nuovi arredi per la Biblioteca Comunale - ora manchino i finanziamenti per restituire rinnovati questi fondamentali presidi stabili della Cultura.
Più volte si è parlato di un degrado del centro storico: Legambiente ritiene che questo disagio che attraversa la parte più preziosa della città sia una diretta conseguenza della mancanza nel cuore cittadino di infrastrutture culturali pesanti e pensanti.
“Per combattere la sporcizia e il degrado non bastano misure tecniche di breve respiro” spiega Paolo Mariani, segretario del Pungitopo. “Quello che serve è un rilancio vero del centro Storico, che non può prescindere da un’infrastruttura culturale attiva e vitale tanto concreta e visibile sul piano urbano quanto vicina al cuore e alla mente dei cittadini”.
Quando vengono organizzate giornate di riscoperta di monumenti chiusi o dimenticati – Arco Nappi, Area Archeologica di Via Rupi Comunali, il Vecchio Faro, etc.- e la partecipazione di pubblico riscontrata è sempre molto alta, questo è un chiaro segnale che la città ha fame di cultura e che non basta attivare una tantum percorsi itineranti con esperti: c’è bisogno di luoghi fisici che possano dare risposte concrete alla sana curiosità che le persone nutrono per la loro città.
Il 2012 sarà il cinquecentenario del primo libro stampato a caratteri mobili ad Ancona: la prima stamperia dorica inaugurò la propria attività editoriale proprio nell’anno 1512 con il testo L'Opera nuova intitulata il perchè del medico bolognese Girolamo Manfredi e stampato da Bernardino Oliva, libro tutt’ora conservato nella nostra Biblioteca Comunale Benincasa. Non ci pare un buon modo ricordare l’avvento di questa formidabile invenzione a cui si devono tanti progressi scientifici e culturali, tenendo la Biblioteca Comunale chiusa.
Per questo e per dare un significato al rilancio della fruizione del centro e della città, chiediamo alle principali istituzioni di fare il possibile perché Ancona ritrovi stabilmente la sua Biblioteca e la sua Pinacoteca.
Circolo Naturalistico Il Pungitopo ONLUSCinghiali al Conero (08/09/2011)
ALLARME CINGHIALI, LEGAMBIENTE: DATI ALLA MANO, IL CONTENIMENTO FUNZIONA E VA PROSEGUITO.
IL NUMERO DI ANIMALI STA DIMINUENDO. LA CACCIA GROSSA SAREBBE DANNOSA E INUTILE.
ANCONA - Legambiente esprime un giudizio fortemente critico nei confronti della campagna portata avanti, non solo negli ultimi giorni, da alcuni soggetti per contestare l'efficacia dell'azione di contenimento della fauna selvatica che l'Ente Parco sta curando.
Tale campagna sembra infatti mirare unicamente alla strumentalizzazione di un problema vero per svilire il ruolo irrinunciabile svolto dall’area protetta e per farvi rientrare pretestuosamente la caccia.
Del resto, basta leggere i dati per capire che il contenimento in corso sta dando i suoi frutti. Nel 2008 era stimata la presenza di 242 capi, saliti poi a 648 l'anno seguente, quando la Provincia di Ancona decise di fatto di lavarsi le mani della questione. Con l'inizio della campagna di contenimento a cura dell'Ente Parco, si è arrivati nel 2010 a 570 capi (meno 12% rispetto al 2009). Gli incidenti stradali ed i risarcimenti danni all'agricoltura sono analogamente diminuiti (picco tra il 2008 e il 2009, poi flessione).
"I numeri non mentono e dicono che il contenimento dei cinghiali, così some portato avanti finora, sta funzionando e va proseguito", osserva Fabio Barigelletti, presidente del Circolo Legambiente della Città dorica. "E' inutile che qualcuno strilli e strepiti per riportare i cacciatori nel Parco".
Gli strumenti attualmente in campo per rendere di nuovo sostenibile la presenza degli ungulati, stanno dando i loro frutti. Non si ravvisano perciò motivi reali di cambiare le modalità di intervento, soprattutto per sostituirle con quelle fortemente impattanti che vengono proposte.
Caccia grossa, intervento del Prefetto per mantenere l'ordine pubblico, eradicazione totale. Questi, che suonano così sinistri, sono solo alcuni degli elementi, assolutamente incompatibili con un'area protetta, proposti da chi sta sostenendo l'inutilità della campagna di contenimento in corso.
Il nostro sostegno all'azione di contenimento in corso continua ad essere pieno e auspichiamo che questa prosegua finché il numero di cinghiali presenti raggiunga una consistenza sostenibile. Così come auspichiamo che vengano adottate alcune misure che, a nostro avviso, faciliterebbero l'operazione: coinvolgimento degli agricoltori per l'istallazione di trappole, mattatoio d'area per abbattere i costi di trasporto, istituzione della prevista area contigua per svolgere in sicurezza e sostenibilità la selezione dei capi.
Circolo Naturalistico Il Pungitopo ONLUS
Questione cinghiali (29/07/2011)
LA REGIONE SPALANCA LE PORTE DEL CONERO AI CACCIATORI CON IL PRETESTO DELL’ERADICAZIONE DEL CINGHIALE
LE ASSOCIAZIONI: CACCIA GROSSA, INUTILE E INCOMPATIBILE CON IL PARCO
LA RICETTA: PROSECUZIONE DEGLI ABBATTIMENTI GIÀ IN CORSO, AREA CONTIGUA, MATTATOIO LOCALE E RUOLO DEGLI AGRICOLTORI
ANCONA – Le Associazioni di Ancona esprimono forte preoccupazione per l’ordine del giorno bipartizan approvato ieri dal Consiglio Regionale delle Marche che, dietro il vessillo della tutela dell’ambiente e del territorio, spalanca di fatto le porte alla caccia nel Parco del Conero.
La presenza dei cinghiali in un’area naturale caratterizzata da una notevole densità di attività umane crea senz’altro problemi ed il contenimento della specie è un’operazione –già in corso con risultati apprezzabili- che va portata avanti.
La selezione per l’abbattimento dei capi va però eseguita senza improvvisazioni né superficialità: se mal eseguita, potrebbe infatti provocare un incremento della popolazione degli ungulati e vanificare perciò gli esiti di quanto fatto finora.
L’apertura di fatto delle porte del Parco alla caccia massiva perciò, oltre che costituire un pessimo segnale per un’area protetta, appare una soluzione di gran lunga peggiore del problema che ci si prefigge di contrastare.
“Si parla di eradicazione, un termine che evoca sinistri scenari da caccia grossa, assolutamente incompatibili con il contesto del Parco. E lo si fa tirando in ballo a sproposito la tutela ambientale” è il commento unanime delle Associazioni, che inclazano: “C’è in atto una strumentalizzazione di un problema reale, mirata a sdoganare interventi straordinari e dannosi di pulizia faunistica, aggirando e superando norme e regole”.
Il contenimento deve continuare ad essere effettuato attraverso misure precise e responsabili, non certo attraverso battute di caccia grossa che potranno richiedere persino il coinvolgimento del Prefetto per tutelare l'ordine pubblico.
Il nostro auspicio perciò è che, oltre al prosieguo delle attività di selezione in corso, si pongano in atto ulteriori interventi:
- area contigua, un cuscinetto tra l’area protetta e il territorio circostante, prevista dalla legge ma non ancora istituita al Conero, la cui presenza consentirebbe una gestione unitaria ed efficace della gestione faunistica;
- mattatoio d’area, che permetterebbe una gestione più economica degli animali prelevati, considerata la chiusura ormai prossima della struttura di Senigallia e l’alternativa logisticamente sfavorevole di Sassoferrato;
- coinvolgimento degli agricoltori nell’opera di contenimento della specie, attraverso la possibilità di istallare trappole, a supporto all’attività di selezione già in corso.
Legambiente Marche ONLUS
Circolo Naturalistico Il Pungitopo ONLUS
Italia Nostra – Consiglio Regionale Marche
Italia Nostra – Sezione di Ancona V. Pirani
Dehors centro storico (05/08/2011)
DEHORS IN CENTRO STORICO. LEGAMBIENTE: CONDIVIDIAMO L’INTERVENTO DELLA SOPRINTENDENZA.
UNA CONCESSIONE DELLA COLLETTIVITÀ AI PRIVATI SI È TRASFORMATA NEGLI ANNI QUASI IN UNA CONCESSIONE DEI PRIVATI AL PUBBLICO.
FINORA COMUNE ASSENTE. LA SOPRINTENDENZA RIPORTA IL BUON SENSO.
ANCONA – Qualcosa si muove finalmente sul fronte del centro storico.
L’iniziativa della Soprintendenza sui dehors è un passo doveroso e positivo sulla via della risoluzione di una questione annosa che nessuna delle ultime Amministrazioni Comunali ha avuto la forza o il coraggio di affrontare.
Del resto, di equilibrio tra esercizio della ristorazione e tutela del paesaggio si discute da molto tempo. A partire dalla battaglia per la regolamentazione intrapresa dal compianto Giancarlo Del Guerra, portata avanti con l’impegno, la determinazione e la convinzione che facevano di lui la persona straordinaria che tutti ricordiamo. Battaglia in cui Giancarlo fu affiancato da un Coordinamento di Associazioni del quale anche noi facevamo parte.
Spiace notare oggi una radicalizzazione del confronto su un tema delicato ed importante, con alcuni che provano a deviare il discorso paventando scenari di depressione economica e ricadute funeste sull’occupazione. È evidente allora come sia necessario tornare a guardare al merito delle questioni senza scadere in estremizzazioni facili quanto fuori luogo.
“L’occupazione del suolo pubblico per l’esercizio della ristorazione è sacrosanta, nessuno la mette in discussione. Però ricordiamoci sempre che si tratta di un beneficio che la collettività concede ai privati. Da anni invece ci troviamo nella situazione opposta: passeggiando in centro, sembra quasi che il pubblico passaggio e la vista dei monumenti siano una concessione che i privati fanno ai cittadini” è il commento di Fabio Barigelletti, presidente del Pungitopo. “Si tratta solo di ritornare al buon senso. E la Soprintendenza sta aiutando la città a farlo”.
Il Comune di Ancona, che avrebbe dovuto decidere, in questi anni è stato capace solo di approvare un regolamento, peraltro dopo una gestazione da elefante, per poi lasciarlo sostanzialmente inapplicato. Ora, complice probabilmente la situazione politica cronicamente instabile, l’Amministrazione sembra non riuscire neanche ad avere una posizione autonoma sul tema.
Per questo ben venga l’intervento della Soprintendenza, che condividiamo in pieno e che auspichiamo possa restituire al centro storico l’equilibrio e la normalità che in questi ultimi anni sembrano essersi perduti.
Circolo Naturalistico Il Pungitopo ONLUS
Ripascimento a Portonovo (28/04/2011)
ENNESIMO RIPASCIMENTO MASSIVO A PORTONOVO: INTERVENTO FUORI LUOGO E FUORI TEMPO MASSIMO
SI PENSA DI DARE PIÙ SPAZIO AI TURISTI COMPROMETTENDO LE BELLEZZE PER CUI SCELGONO PORTONOVO: UN CONTROSENSO
ANCONA – Sembra non aver fatto notizia l’approvazione di un intervento di ripascimento per la spiaggia di Portonovo, la cui realizzazione è prevista a breve. Eppure si tratta dell’ennesima dimostrazione della scarsa o assente lungimiranza delle scelte delle Istituzioni nei confronti di uno dei più pregevoli angoli del nostro territorio.
Legambiente e CAI di Ancona colgono e comprendono le preoccupazioni espresse per quei tratti di costa effettivamente più esposti agli effetti del mare ma ritengono che l’imminente ripascimento, così come progettato, procurerà molti più danni che vantaggi.
I rilievi evidenziano che l'erosione esiste, è leggera ma soprattutto è concentrata in pochi precisi tratti. Sarebbe opportuno perciò iniziare a concentrarsi su interventi mirati, accantonando modalità di ripristino pesanti e anacronistiche. Il ripascimento in questione, con buona probabilità, finirà per incidere sul fondale per circa trenta metri dalla costa, compromettendo inevitabilmente la fauna marina, all'equilibro della quale è peraltro legata una fetta molto importante dell’economia e dell’immagine della Baia, come il Mosciolo di Portonovo D.O.C., vero e proprio patrimonio distintivo di questo straordinario angolo ai piedi del Conero. Sembra invece imprescindibile intervenire nel modo meno invasivo possibile, in un tratto di costa tanto prezioso da essere stato dichiarato sito di interesse comunitario.
“È tempo che ci si renda conto che Portonovo viene scelta proprio per la sua bellezza. La politica dei ripascimenti massivi è ormai fuori tempo massimo: si intervenga solo dove ce n'è bisogno e solo per ripristinare la linea normale di costa” è il commento unanime delle due associazioni, affidato ai loro rappresentanti, che proseguono evidenziando un paradosso: “Pensare di allargare artificialmente la spiaggia, magari per permettere di piantare più ombrelloni, danneggiando le risorse che rendono Portonovo attrattiva per anconetani e non, sarebbe un controsenso. Chi verrebbe poi ad usufruire di quegli ombrelloni?”
Auspichiamo quindi che quello ormai approvato sia finalmente l’ultimo di una serie di interventi pesanti ed indiscriminati che ha caratterizzato le scelte fatte finora. Occorre d’ora in poi prestare la massima attenzione affinché gli interventi -se realmente necessari- siano tempestivi e garantiti da un monitoraggio serio sul loro impatto e sulla loro efficacia.
L'applicazione delle norme (Piano Particolareggiato, Piano del Parco del Conero, direttive europee sugli habitat) nonché l'attesa istituzione dell'Area Marina Protetta rappresenterebbero un notevole passo in avanti.
Circolo Naturalistico Il Pungitopo ONLUS | CAI – sezione di Ancona |